La filiera del legno in Italia: un’eccellenza da imitare
Economia circolare, sostenibilità e tradizione sono alla base del successo del legno Made in Italy
L’industria del legno in Italia sembra resistere alle cicliche crisi del mondo globalizzato grazie, soprattutto, al dinamismo del settore e alle esportazioni. Il mix vincente dell’industria del mobile sembrerebbe essere la tradizione, unita ad una costante ricerca e innovazione che modernizza senza distruggere l’anima del Made in Italy. Per scoprire come fa l’industria del legno in Italia a essere così competitiva, TIMOCOM ha analizzato nel dettaglio come funziona.
Panoramica della filiera del legno in Italia
Uno delle ragioni alla base della grande competitività dell’industria del legno in generale è rappresentata dall’estrema flessibilità e duttilità della materia prima, utilizzabile per arredamento, costruzioni, energia, carta, imballaggi. In Italia questo è ancor più vero per via delle diverse zone climatiche presenti sul territorio nazionale che offrono delle formazioni forestali molto ricche e diversificate. Da queste derivano produzioni locali altrettanto differenziate per tipo di legno e stili di prodotto, una risorsa naturale che distingue l’Italia dagli altri Paesi già a livello di materie prime. Esistono almeno altri tre fattori principali per il successo dell’industria del legno in Italia: economia circolare, sostenibilità e tradizione.
L’industria del legno in Italia, nonostante la sua lunga tradizione, non è estranea alla modernizzazione: lavorando in un mercato frammentato e competitivo, infatti, è necessario un alto e preciso livello di organizzazione. In questo contesto, un approccio digitale alla supply chain, permette di gestire depositi, magazzino e trasporti in modo estremamente preciso e a molteplici livelli, rendendo la digitalizzazione un ultimo grande vantaggio competitivo della filiera legno in Italia.
Industria del mobile: un’eccellenza italiana green
La filiera del legno-arredo vanta una profonda tradizione nella manifattura locale, difatti l’Italia è il primo paese in Europa per numero di imprese nel settore, diffuse in modo capillare sul tutto il territorio. Sebbene le industrie italiane siano contraddistinte da dimensioni medie e piccole, esse tengono testa ai “big” internazionali di produzione ed esportazione: com’è possibile?
È la sostenibilità la marcia in più dell’industria del mobile italiana. Nella ricerca “Il Made in Italy abita il futuro”, FederlegnoArredo e Fondazione Symbola sostengono che “il Legno Arredo italiano (sia) il più efficiente e sostenibile in Europa”, un’affermazione supportata dai numeri riportati nel dossier. La possibilità di reperire le materie prime sul suolo nazionale è il primo tassello del puzzle ecosostenibilità del legno-arredo in Italia, in quanto il legno reperito da fonti certificate e sostenibili è una delle chiavi di volta per un business sostenibile.
Inoltre, l’Italia è il primo Paese d’Europa ed il secondo nel mondo per numero totale di certificazioni, come sostenuto dai dati dello stesso Forest Stewardship Council® (Fsc), l’organizzazione non governativa che supporta e promuove una uso sostenibile delle foreste nel mondo.
Le scelte ambientali svolgono un ruolo strategico nell’aumento delle esportazioni, nell’innovazione e in definitiva nella competitività del settore legno-arredo. L’ecosostenibilità è contraddistinta da un ritorno economico in grado di rendere l’industria del legno in Italia solo più competitiva, in quanto ottimizza le risorse naturali del territorio creando un’economia circolare.
Filiera del legno come economia circolare
La capacità di gestire l’intero processo di produzione, dalla materia prima alla fornitura del prodotto, rende l’industria del legno in Italia un’economia sempre più circolare. A partire dall’ottimizzazione delle risorse e da un uso esponenziale di materie prime sostenibili - ovvero legno ottenuto tramite una gestione sostenibile delle foreste - sino a veri e propri investimenti green in ricerca e sviluppo per ridurre sempre più l’inquinamento e lo spreco energetico, la filiera legno affronta il tema della sostenibilità guardando all’intero ciclo di vita del prodotto legno.
Il riciclo del legno in Italia è un esempio concreto e virtuoso di economia circolare gestito dal Consorzio Rilegno su tutto il territorio nazionale. Con un sistema che collega aziende e amministrazioni locali, il legno post-consumo rientra successivamente e ripetutamente nel ciclo produttivo, creando vantaggi ambientali, ma anche economici. Considerando il fatturato degli ultimi anni, dove il 30% degli imballaggi (oltre 2 milioni di tonnellate di legno) è stato recuperato e riciclato, sembrerebbe proprio che non solo l’industria del legno non andrà in crisi, ma che il futuro dell’economia italiana sia proprio nell’economia green: nel legno, nell’economia circolare, nell’innovazione e qualità, nella responsabilità e sostenibilità.
Industria del legno: nuovi modelli logistici
L‘avvento di nuove tecnologie di comunicazione e la disponibilità di mezzi di trasporto più efficienti hanno progressivamente ridotto le distanze geografiche fra i Paesi del mondo. Tale vicinanza si è realizzata nella possibilità di trasmettere informazioni e coordinare attività svolte a grande distanza, che hanno portato una riduzione dei costi e dei tempi di trasporto. In un mercato così interconnesso, la competizione può aumentare esponenzialmente mettendo a rischio la remuneratività delle imprese e innescando modelli di sfruttamento forestale nocivi per l’ambiente.
Sebbene sia largamente accettato nel settore l’importanza di ridurre la dipendenza dalle importazioni di materie prime - preferendo un circolo virtuoso di riuso e riciclo, valorizzando gli scarti di produzione e sfruttando il patrimonio di legno locale - nell’ambito della filiera, risulta talvolta complesso discernere tra forme di internazionalizzazione “spinta” dell’industria del legno rispetto alle importazioni di semi-lavorati da parte dell’industria del mobile.
Per ovviare a questi potenziali rischi, ad esempio, l’Unione Europea ha già finanziato il progetto FLEXWOOD o "Flexible wood supply chain" che ha studiato le potenzialità di un nuovo sistema logistico, in grado di ottimizzare le risorse di legno locale con modelli di business integrati da dettagliate informazioni sul suolo nazionale.
Innovare il legno-arredo: la rivoluzione 4.0
Come tutte le altre industrie attive nel mondo della logistica, anche l’industria del legno ha modernizzato le proprie linee produttive con processi standard e automatizzati. Il personale è sempre più qualificato e, rispetto al passato, si occupa più di mansioni organizzative e amministrative piuttosto che manuali. Nelle aziende Fantoni ad esempio, i tecnici specializzati controllano da remoto ormai tutte le fasi della produzione.
Sebbene l’Italia abbia la trasformazione digitale sia relativamente in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, la logistica sta ormai vivendo una fase di trasformazione digitale, sull’onda dei driver dettati dall’industria 4.0. Con l’e-commerce da una parte e i profondi mutamenti nella tipologia di immobili ricercati dal mercato dall’altra, i grossi volumi di investimento nettamente superiori ai decenni precedenti riflettono l’espansione del settore logistico e l’intensificazione delle attività degli operatori logistici.
La prima grande trasformazione, come già menzionato, riguarda l’ottimizzazione delle risorse, ma trasformare la Supply Chain in entrata non basta, serve anche rivoluzionare la Supply Chain in uscita, con sistemi di distribuzione e già noti ad altre aziende nel settore logistica. Una delle grandi sfide future sarà proprio questa: rivoluzionare la filiera sul suolo italiano storicamente molto frammentata e capillare. Unica soluzione sarà la digitalizzazione dei processi di pianificazione e produzione, tramite l’integrazione dei software impiegati lungo tutta la Supply Chain, un compito non semplice ma con grandi potenziali riscontri competitivi. Inoltre, in un'ottica di un trasporto sempre più sostenibile, grazie a piattaforme online come il Marketplace di TIMOCOM, le aziende operanti nella filiera, possono ormai reperire facilmente fornitori di servizi logistici e di trasporto specializzati nel comparto legno. Il sistema può essere testato gratuitamente dalle aziende del settore del legno.
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L’industria 4.0 è una leva fondamentale anche per lo sviluppo dell’economia circolare, in quanto sostiene e rende possibile l’ottimizzazione delle risorse e una gestione della Supply Chain più efficiente. La trasformazione comporta ovviamente anche una trasformazione sostanziale nella qualificazione del personale, che deve essere in grado di gestire impianti molto complessi. L’introduzione di nuovi processi e soluzioni 4.0 nell’industria del legno crea dunque la necessità di nuove figure professionali, con competenze in grado di spaziare dalla meccanica all’elettronica, dalla chimica al legno. Un dato in controtendenza se confrontato con altri settori industriali, dove l’occupazione cala, soprattutto alla luce degli eventi inattesi del 2020.
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Puoi approfondire questo argomento qui: Le opportunità della logistica: tra innovazione e sostenibilità
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La filiera del legno dopo il lockdown
L’anno 2020 è stato un anno di grosse perdite per le attività economiche italiane, eppure Federlegno è sicura che l’eccellenza italiana del mobile non è a rischio e si dice “pronta a ripartire”. In verità, anche durante il momento più buio dell’emergenza sanitaria, la filiera del legno non ha mostrato segni di rallentamento. Il PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes) infatti riporta come l’industria del legno abbia continuato il lavoro di ripristino degli ecosistemi forestali distrutti dalla tempesta Vaia del 2018 e la cosa non dovrebbe stupire.
Ricordiamo che un ecosistema più sano e pulito contribuisce a preservare la salute delle persone.
La filiera del legno riparte, quindi, con più aziende certificate e avviate verso modelli di sostenibilità ed economia circolare, con progetti innovativi in grado di rispondere alle nuove dinamiche lavorative e alle nuove esigenze di mercato: con prodotti come tavoli per smart working e barriere anti-contagio, nonché servizi contraddistinti da nuovi modelli di logistica e consegna.
Grazie all’estrema flessibilità e sostenibilità della filiera legno ed alle proprietà antibatteriche del legno stesso, il fatturato del settore registra tendenze incrementali rispetto alle altre attività economiche in Italia, confermandosi un settore florido e particolarmente predisposto a gestire bene i momenti di crisi.
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